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SANT'ANTONIO DA PADOVA

La chiesa venne costruita fuori le mura, presso l’antica chiesa di Santa Caterina d'Alessandria (1400), dai monaci dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini che arrivarono a Taormina nel 1559.

Chiesa Sant Antonio di Padova - Taormina

Quindi, quella che oggi chiamiamo impropriamente chiesa di Sant'Antonio, in quanto è tenuta dalle Suore Antoniane “Figlie del Divin Zelo”, fondate dal beato Canonico Annibale Ma­ria Di Francia, era in origine la chiesa di Santa Caterina d'Alessandria.

Questo convento dei frati Cappuccini di Taormina, all’inizio era una costruzione modesta a pianterreno, forse costituita di poche celle e con la chiesetta accanto e di cui ancora oggi si vede la facciata con la croce in cima. 
Questa facciata dell’antica prima chiesetta del convento, si trova nella Via del Vecchio Macello, e su di essa è inciso un orologio solare con il perno in metallo che proiettava l’ombra del sole sulle linee rette.


In seguito alla vendita ai frati Cappuccini della prima chiesa intitolata a Santa Caterina di Alessandria, fu costruita in onore della Santa di Alessandria l'attuale chiesa che si trova accanto al Palazzo Corvaja.



I frati cappuccini portarono anche l’acqua per i bisogni sia del convento, che del popolo di quella contrada: questo acquedotto fu detto perciò l’acqua dei Cappuccini, la quale proveniva da due sorgenti diverse, e cioè da quella di Baccaraocchi e da quella di Arancio.
 Queste sorgenti forniscono ancora l’acqua alla Fontana dei Cappuccini, situata accanto all’Arco di Via Cappuccini, cioè la seconda Porta che si apriva nella terza cinta muraria a nord.


I frati Cappuccini avevano costruito anche un abbeveratoio per le bestie da soma, cioè cavalli, muli e asini, accanto alla chiesa del convento, che in seguito fu tolto perché la gente vi faceva molti schiamazzi li intorno, disturbando le funzioni religiose e la quiete dei frati.


Come disponevano le Regole dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, il convento aveva anche una grande biblioteca, fornita di opere interessanti e molto accresciuta di volumi col passar del tempo. 
Essa era tanto celebre,che veniva visitata da quasi tutti i dotti che venivano a Taormina per ragioni di studio.
 Con la Legge sulla soppressione degli Ordini religiosi e confisca dei loro beni, emanata nel luglio 1866, il Comune di Taormina fece richiesta perché la biblioteca del convento dei Cappuccini, come pure quella del convento di san Domenico, gli fossero attribuite, al fine di metterle a dispo­sizione del pubblico. 
In un primo tempo i libri furono lasciati nel convento dei Cappuccini, poi vennero trasferiti nell’ex-chie­sa di San Giovanni dei Cavalieri di Malta, ora Camera degli ex-Combattenti e Reduci.
 Da qui, finalmente, sono stati sistemati nell’attuale Biblioteca Comunale, ex-chiesa di S. Agostino. 
Naturalmente, in seguito a tutti questi trasferimenti, molti testi preziosi della Biblioteca del Convento dei Cappuccini andarono dispersi e distrutti.

Nell’antica chiesa di Santa Caterina d'Alessandria, che i frati Cappuccini ribattezzarono intitolandola a San Giuseppe, la cosa di maggior valore è la facciata principale, in cui si apre un bellissimo portale ogivo, i cui stipiti sono in pietra di Taormina, e il cui architrave con mensole di raccordo, di cui una è spezzata, è in marmo rosso di Taormina. Sopra l’architrave c’è l’arco ogivo molto ornato, e ai lati degli stipiti ci sono due colonnine a tor­tiglione, e tutto il portale è incorniciato da una decorazione di nera pomice lavica, secondo lo stile tradizionale tauromenitano.
 Questo portale è architettonicamente simile a quello della chiesa di Sant'Antonio Abate, e a quello della facciata est del Duomo, tanto da sembrare gemelli. 
Il portale della chiesa dei Cappuccini è sovrastato da una finestra rettangolare, sopra la quale un piccolo rosone decora la facciata.
 Lo spigolo est della facciata è ornato da tre mensole traforate sovrapposte l’una all’altra a distanza simmetrica.


Alla destra del portale, nel muro della facciata c’è un altro orologio solare o Meridiana, che porta la data 1837 e col perno metallico per proiettare l’ombra del sole sulle linee rette, alla base delle quali sono segnate le ore 15-16-17-18-19-20-21-22; in cima alla retta ver­ticale centrale c’è impressa la lettera M, che indica il Meridie, cioè il mezzogiorno.


Nella facciata est della chiesa c'e un altro bel portale che è stato murato nel 1766, come testimonia la data incisa sull’intonaco; questo portale murato ha gli stipiti e l’architrave interni in pietra di Taormina, mentre gli stipiti esterni, che imitano colonne con capitelli di stile corinzio,  e l’architrave relativo sono in marmo rosso di Taormina.


 


L’altissimo campanile, che svetta alto due volte l’altezza della chiesa, fu costruito nel 1932; in origine la chiesa aveva un minuscolo campanile incorporato sul lato sinistro della facciata. Il moderno campanile, che sembra più che una torre campanaria, una torre di di­fesa, mostra in alto 4 trìfore sui 4 lati, in corrispondenza delle campane, e le trìfore sono sovrastate da una merlatura, in ragione di 5 merli per ognuno dei 4 lati cioè un totale di 16 merli.
 Sotto la merlatura corre una decorazione fatta di archetti incorniciati con nera pomice lavica, in ragione di 6 per ognuno dei 4 lati, per un totale di 24 archetti.
Sotto le trifore corre un fregio fatto con cerchi aperti bianchi con un punto al centro, che cinge i 4 lati della torre campanaria, e sotto il fregio c’è un’altra serie di archetti, in ragione di tre per lato. 
Infine, la parte mediana del campanile è decorata con 4 piccole feritoie per ogni lato, poste in posizione alternata.


Le suore antoniane presero possesso dell’ex-convento dei Cappuccini il 12 gennaio 1902, e da allora soprintendono l’Orfanotrofio Antoniano femminile. 
Le Suore Antoniane hanno creato un asilo infantile per  e le scuole medie per le orfanelle che vivono nel loro Orfanotrofio femminile. 
Il piano terra dell’ex-convento dei Frati Minori Cappuccini fu per molti anni adibito a Carcere Mandamentale, e tale destinazione durò fino al 1950, quando le suore Antoniane ristrutturarono tutto il complesso monastico, creando gli istituti scolastici sopra menzionati.



L’interno della chiesa ha conservato lo stile semplice delle costruzioni cappuccine.
 Nel lato destro, fino al 1964 vi erano 3 altari minori. di cui il primo, che era dedicato a Santa Maria Maddalena, venne demolito per dar posto ad un confessionale, ed è rimasto un quadro, pittura ad olio, di autore ignoto, raffigurante la santa ex-peccatrice. 
Il secondo altare è intitolato a Sant’Antonio da Padova ed accoglie la statua del santo; fra il confessionale e l’altare del santo portoghese, c’è nel muro la tomba di Filippo Sigismondo Lib. Barone de Weittershausen, capitano dell’esercito tedesco, morto nella battaglia di Francavilla di Sicilia, combattuta nel giugno 1719 fra spagnoli e tedeschi per il possesso dell’isola.


Il terzo altare è dedicato alla Madonna, e in un quadro ad olio di autore ignoto, sono rappresentati la Vergine Maria col Bambino Gesù, e inginocchiato davanti a loro c’è San Felice da Cantalice (Aquila) che stringe al petto dei candidi gigli, mentre in alto aleggiano degli angeli sorridenti.


A destra dell’altare maggiore c’è un piccolo pulpito ligneo a cui si accede per una scaletta incassata nel muro. 
L’altare maggiore è di legno ed è sovrastato da un grande quadro ad olio, in cui sono dipinti, in alto, la Madonna col Bambino Gesù, che hanno a destra Sant’Anna e a sinistra San Giuseppe; sotto aleggiano due angeli, di cui quello a sinistra offre al Bambino Gesù la città di Taormina; ancora sotto sono raffigurati Santa Caterina d’Alessandria, accanto alla ruota con cui fu suppliziata, e San Pancrazio, Patrono di Taormina, vestito con i paramenti vescovili, sul lato sinistro, mentre a destra vi sono San Francesco d’Assisi genuflesso ed il suo amico prediletto San Domenico in piedi. 
Questo quadro fu dipinto dal frate cappuccino Padre Umile da Messina intorno al 1646.
 Ai lati di questo grande quadro sull’altare maggiore vi sono, a destra, il quadro raffigurante Santa Chiara d’Assisi, e a sinistra quello di Sant'Antonio da Padova.
 Il Tabernacolo dell’altare maggiore porta la data 1780, incisa sulla porticina, e accanto a questo altare c’è una tomba con questa epigrafe: “Qui giace Giovanni Zuccaro Calanna, nato il 22 gennaio 1805 e morto il 30 ottobre 1864”.


La chiesa dei Cappucci­ni è ad una sola navata, ma nel lato sinistro si aprono tre cappelle intercomunicanti, che formano come una seconda nave minore. 
La prima cappella custodisce sopra l’altare un Crocifisso, a cui fa da sfondo un dipinto con la Vergine Addolorata ed il discepolo prediletto San Giovanni evangelista; in alto sono raffigurati i misteri dolorosi: l’orazione di Gesù nell’orto di Getsemani, la flagellazione, la coronazione di spine, la salita al Calvario, mentre il quinto mistero è rappresentato dal Crocifisso miracoloso.


Si racconta, infatti, che nel 1780 ci fu una terribile eruzione dell’Etna, con scosse telluriche ed una grande siccità, per cui questo Crocifisso fu portato in processione penitenziale. 
Partita dai Cappuccini, la processione giunse davanti al monastero delle Suore Penitenziali Canosiane di Santa Maria di Valverde, in piazza Badia, da dove, dopo prediche e preghiere, ritornò al luogo di partenza. 
Il rito ottenne la grazia invocata e l’Etna si placò, e la pioggia cadde copiosa per più giorni, ponendo fine alla grave siccità che aveva colpito anche Taormina.
 Gli anziani del popolo dissero allora che anche durante l’eruzione del 1693 il vulcano si era placato dopo una processione pe­nitenziale con lo stesso miracoloso Crocifisso.


Nel pavimento di questa prima cappella c’è un ossario comune, la cui botola non reca alcuna iscrizione. 
Sopra la porticina di comunicazione fra la prima e la seconda cappella c’è un quadro che raffigura tre frati cappuccini, due dei quali sono i beati Agatangelo da Vendome e Cassiano da Nantes, francesi, che furono martirizzati in Africa il 7 agosto 1638.


Nella seconda cappella c’è un altare di legno dedicato al Bambino di Praga, mentre prima era intitolato alla Vergine Bambina; pure in questa cappella c’è nel pavimento un ossario comune, sulla cui apertura c’è incisa la data 1596, e quindi siamo a 45 anni dopo la venuta dei Cappuccini. 
C’è pure una tomba, la cui lapide reca questa iscrizione: “Sebastiano Melita, nato a Gallodoro nel 1810 e morto a Letojanni il 3 maggio 1881 “.


La terza cappella è intitolata a San Lorenzo martire, e nel quadro posto sopra l’altare è rappresentato il santo che ridà la vista ad un cieco, mentre tutt’intorno c’è questa iscrizione
 "B. Laurentius caecos illuminavit et thesauros Ecclesiae dedit paupe­ribus”  (Il Beato Lorenzo diede la vista ai ciechi e distribuì ai poveri i beni della Chiesa). 
In cima all’arco a tutto sesto che sovrasta l’altar maggiore c’è questa invocazione: “Rogate ergo Dominum missis” (Ordunque pregate Dio con le messe).


Entrati in chiesa, sopra il portale c’è il soppalco in cui è alloggiato l’armonium e in cui prende posto il Coro durante il pontificale con messa solenne, e al quale si accede attraverso una scala a chiocciola di ferro posta a sinistra, mentre a destra entrando c’è infissa nel muro una piccola acquasantiera di marmo rosso di Taormina.
 Dal centro del soffitto ad intonaco scende un bel lampadario di vetro di Murano.


La segrestia della chiesa è situata dietro l’altar maggiore e si accede ad essa attraverso una porticina a sinistra dell’altare.


INDIRIZZO

Via Cappuccini
TELEFONO: +39 0942 23210

ORARI MESSE

ORA SOLARE
Feriale: Ore 07:15.
Festivo: Ore 08:15.

ORA LEGALE
Feriale: Ore 07:15.
Festivo: Ore 08:15.

TARIFFE

Ingresso gratuito.